CREDERE NELLA MAGIA


"Chi non crede nella Magia é destinato a non incontrarla mai." Roald Dahl

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lunedì 20 maggio 2013

Recensione sugli Gli egizi e Platone

  Gheb, dio egizio della Terra che costituiva, insieme alla dea Nut, la coppia della Enneade eliopolitana. Veniva nominato con l’epiteto di Principe degli dei. In certe raffigurazioni porta un’oca sulla testa, geroglifico del suo nome. dato che i morti finiscono sotto terra, Gheb è anche dio dei morti e, a questo proposito, vale la pena citare nuovamente Er, il quale, per volere della divinità godette di un vantaggio-privilegio, ossia di poter scendere nel regno dei morti (chiamato successivamente Ade da Virgilio, poeta latino e maestro di Dante), quando, morto in battaglia, fu condotto sul rogo. Ma tornando sulla terra, racconta agli altri uomini cosa ha visto: quattro passaggi attraverso i quali le anime salgono ad una dimensione ultraterrena, da una parte le buone, dall’altra le malvagie e tramite i quali ritornano sulla terra, come descritto dal mito dell’auriga, anch’esso molto interessante e sempre descritto, con maestria, da Platone.
  Le anime buone finivano in una sorta di Paradiso, le cattive in una sorta di Purgatorio in quanto l’Inferno era un fatto raro, destinato solo ai più malvagi. A differenza dell’Inferno di Dante. I giusti ricevono premi per mille anni. I malvagi soffrono ma dopo mille anni, tutte le anime si recano al cospetto delle tre Moire che devono stabilire il loro destino. Esse vengono radunante come ad una conferenza, dove devono prendere un numero lanciato a sorte dalle Moire. Bella metafora per dire che noi non siamo completamente artefici del nostro destino. Anzi non vogliamo ammettere, di solito, che la nostra vita è più legata ad un principio di indeterminatezza e di casualità, in termini della filosofia platoniana.
 
 
Dott. Elio Chiavassa
Psychoterapy
 
 

RECENSIONE SUL MITO DELLA CAVERNA "PLATONE"

  Nel mito della caverna Platone descrive un aspetto della sua filosofia piuttosto insolito. Infatti, a proposito della distinzione tra realtà e apparenza, che è anche oggetto della magia o del pensiero magico-animistico, egli afferma che nessun uomo è in grado di carpire l’essenza delle cose se prima non è stato avvolto dalla meta misteriosa della caverna, nelle oscurità dei suoi anfratti.
  Un contenuto peraltro presente anche nella poesia di Omero, quando descrive Ulisse, attratto dalle sirene, metà donne e metà pesci, in grado di ammagliare l’anima dell’uomo attratto da una forza oscura e misteriosa che potrebbe essere simboleggiata dall’anima che anela alla conoscenza di se stessa, attraverso una forza irresistibile e alla quale nulla può rinunciarvi se non la ragione che prevede come possano evolvere gli eventi. Ulisse, per questo, cura la sua incolumità, utilizzando la forza del suo intelletto che è in grado di dominare l’irrefrenabile istinto di attrazione delle suadenti voci delle sirene...
  La stessa cosa succede al filosofo Socrate, simboleggiato dall’uomo imprigionato nella caverna che vuole uscire da essa per scoprire che cosa c’è al di là dei suoi sensi, ossia al di là delle ingannevoli apparenze della Realtà. La lettura del mito della caverna di Platone propone diverse analisi della realtà che spaziano dal desiderio di libertà, per il fatto di lasciare cadere quelle “stupide barriere” come le chiama Renato Zero, che sono come le catene che tengono l’Uomo imprigionato dentro a degli schemi sociali fissi e stereotipati, impedendogli di vedere il Sommo Bene, attribuendogli ognuno un valore, un’entità simbolica.
 
Dott. Elio Chiavassa
Psychoterapy

domenica 19 maggio 2013

Amuleto magico dei soldi

Per sconfiggere questi periodi di crisi un amuleto Universale per attirare denaro, effetti immediati dopo soli  7 giorni 

domenica 12 maggio 2013

Recensione su Tylor e l'animismo

I primi antropologi che hanno studiato i fenomeni religiosi, avevano una prospettiva di tipo evoluzionista: essi cercavano di capire quale fosse stato il percorso attraverso cui gli uomini erano giunti alle forme religiose monoteiste, ossia alle religioni da essi considerate più evolute. Il punto di partenza, secondo l'ottica evoluzionista, erano le religioni primitive, che secondo alcuni, non potevano essere considerate delle vere e proprie religioni bensì dei semplici tentativi di spiegare la vita e la morte. Per l'antropologo inglese E. Tylor, ogni religione, da quelle primitive a quelle più evolute, trovava le sue origini in qualche forma di animismo, ossia nella convinzione secondo cui, all'interno di corpi comuni esiste l'anima. In altre parole nella tendenza degli uomini a trovare in se stessi e nelle diverse espressioni della natura delle forze soprannaturali. Nelle forme religiose poi l'animismo si esprimeva nel politeismo, ossia nella credenza in vari dei, ognuno dei quali rappresentante di una forza della natura, come il dio del raccolto, della fertilità della pioggia, della guerra ecc. Ad esempio e' nota l'idea di Tylor secondo la quale, all'esistenza di spiriti nell'aldila' e' associata l'idea che i corpi materiali hanno anch'essi un'anima, credenza che sta alla base della cultura degli indiani d'America o degli Egizi che praticavano dei riti dedicati agli elementi naturali e a una serie di animali dotati di particolari poteri.

Dr. Elio Chiavassa
Psychoterapy
http://curareconlapsicologia.blogspot.it

Recensione su La dimensione del sacro

In tutte le società, del presente e del passato, si trovano delle forme religiose, dei sistemi di credenze e delle pratiche, come quelle magiche, che mettono l'uomo di fronte ad una dimensione sacra della vita, della natura e che indicano l'esistenza di svariate forme della natura, forze superiori, oppure un'unica forza un unico Dio (monoteismo).
Certo esistono delle religioni "senza Dio", come il Buddismo, anche se considerata una religione della predestinazione, alla pari del cristianesimo. Altri sistemi di credenze "senza Dio" sono quelli degli aborigeni dell'Australia centrale. In questi casi e' stata elaborata una cosmologia sull'origine del mondo, come avevano fatto gli antichi filosofi greci e della Magna Grecia presocratici. Presso queste popolazioni sono stati indicati dei riti, una morale e forme di rapporto con il sacro che rivelano l'esigenza dell'uomo di darsi delle spiegazioni, di trovare dei punti di riferimento che vadano al di la' della sfera umana e dei suoi limiti.

Dr. Elio Chiavassa
Psychoterapy
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mercoledì 8 maggio 2013

Recensione su Demoni e Dei Egizi

Continua l'affascinante viaggio nella cultura egizia, per capire come divinità, anche legate al mondo della terra e soprattutto agli aspetti religiosi, s'intreccino con la vita quotidiana degli uomini.
Aperi , divinità egizia raffigurata in forma di coccodrillo o di serpente, capo dei demoni che ogni notte assalivano il dio Ra. Questa divinità e' simile nella pronuncia ad Hapi, anche molto importante, perché simboleggiava lo spirito del Nilo da cui dipendevano le inondazioni e la fertilità.
Possiamo intuire facilmente la contrapposizione tra Aperi e Ra: quest'ultimo, dio del sole, aveva un antagonista femminile chiamato Raettaui.
Seth, invece, originariamente era il dio dell'Egitto Superiore. Nella lotta che precedette l'unione dell'Egitto Superiore con quello Inferiore, Seth ebbe la peggio e fu rimpiazzato da Horus e divenne così il dio del male e della corruzione. E' raffigurato come un animale con muso aguzzo e lunghe orecchie puntute, certamente animale di deserto o di steppa. Simboleggiava la bufera, la guerra e la violenza.

Dr. Elio Chiavassa
Psychoterapy
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martedì 7 maggio 2013

Recensione di Illusione e percezione D.r. Chiavassa

La volta scorsa ho descritto le leggi della percezione che sono alla base dei nostri comportamenti e che sono gli stessi che ci fanno apparire le cose diverse da quelle che sono. Questo aspetto, che riguarda anche la magia, e' sempre stato oggetto di studio da parte dei filosofi, e, in particolare da Platone che narra il mito della caverna. Difendendo la figura di Socrate, suo maestro, dall'accusa di empietà, per aver corrotto i giovani con le sue idee, peraltro molto progressiste per quei tempi, Platone lo descrive come un uomo comune, che, dopo aver vissuto per anni prigioniero on una caverna e aver visto le ombre degli oggetti susseguirsi dalle finestrelle, decide di uscire da essa.
A questo punto l'ex-prigioniero si accorge che le cose intorno a lui hanno decisamente un aspetto diverso da quello di prima (pura illusione). Ora lo schiavo si e' liberato dalle catene che lo tenevano legato (le convenzioni sociali) e pensa in modo libero e disinteressato. E' pronto dunque, per ridiscendere nella caverna per comunicare a tutti gli altri compagni, ancora schiavi, che possono riscattarsi dalla loro condizione di grave oppressione, ma purtroppo, nessuno di loro gli credette, scambiando ancora una volta quelle false illusioni (proposte dai sofisti nei loro elaborati ed inconcludenti discorsi) con la realtà.

Dr. Elio Chiavassa
Psychoterapy
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Recensione su FINE DI UNA STORIA

Quando due persone si separano e terminano una storia quasi sempre una delle due parti soffre mentre l'altra se ne va' come presa da un influenza che gli annebbia le sensazioni...
Sorge una domanda spontanea... Ma come può una persona che il giorno prima diceva di amarti alla follia, oggi non ti vuole più neanche sentire, non soffre per la lontananza, non ti cerca, non prova più nulla???
Sicuramente dentro di lei non è' stato un cambiamento improvviso ma è' stato un susseguirsi di eventi sgradevoli che hanno segnato giorno per giorno i suoi sentimenti fino a raggiungere una consapevolezza che tutto ciò che ha sopportato e' superiore alla parte bella del rapporto.
E' come un bicchiere d'acqua, se ci metti dentro una goccia di acqua alla volta dopo un certo periodo il bicchiere e' pieno e l'acqua strabocca.
E' necessario intervenire con un Sortilegio appositamente preparato per far tornare il senso di astinenza dall'amore perduto.
Se ti trovi in questa situazione contattami ti Aiuterò

lunedì 6 maggio 2013

Recensione su Magia e percezione (2' parte)

Ora voglio illustrarvi alcune note riguardo alla psicologia della forma, in tedesco "gestalt" (ge si pronuncia ghe) e della percezione.
Innanzitutto voglio precisare che esistono delle leggi universali della percezione che dipendono esclusivamente da come sono fatti i nostri organi di senso. Occupatisi di come essi funzionano, soprattutto la vista, gli psicologi della Gestalt, affermatisi in Germania, si avvalsero anche dei preziosi contributi dei fisiologi che invece erano più interessati alle reazioni mediche e biologiche degli individui.
I principi della Gestalt, furono scoperti da Max Wertheimer e vanno sotto il nome di principi di Wertheimer. Alcuni iniziali sono il principio della vicinanza, della somiglianza, della contiguità spazio-temporale. Il primcipio della vicinanza afferma che se due o più cose sono vicine tra di loro tendono ad essere percepite come un'unica unita' d'insieme. Ad esempio due oggetti sul tavolo. Allo stesso modo tendono a formare un'unità percettiva due elementi che si assomigliano. Ad esempio due stelle, anche di dimensioni e colori diversi in mezzo ad altri oggetti a forma di cerchio.
Un altro principio gestaltico si definisce del "destino comune", poiché riguarda elementi che seguono uno stesso criterio percettivo, come ad esempio tanti puntini, di solito illuminati, che formano la scia di una stella cometa, come quelle che siamo soliti osservare a Natale e che destano particolarmente la nostra attenzione. Tendiamo a percepire la coda della stella più lunga di quanto si presenti dal punto di vista fisico. E' interessante notare che alcuni elementi che noi percepiamo e che crediamo esistano nella realtà fisica, in verità trovano corrispondenza solo nel nostro sistema percettivo e solo in esso, dal momento che non hanno alcuna corrispondenza dal punto di vista fisico. In filosofia si dice che esistono fenomenologicamente, importante avverbio che ha come radice la parola "fenomeno". Così possiamo tentare di contare i punti luminosi della stella cometa, tornando all'esempio precedente, ma ci accorgeremo presto che essi sono di meno di quelli che credevamo di aver visto con gli "occhi della mente".

Dr. Elio Chiavassa
Psychoterapy
http://curareconlapsicologia.blogspot.it

domenica 5 maggio 2013

CARTINA ANTICA DI TORINO



OGGI IL SEGNO DEI GEMELLI E' IMMACOLATO

Per te che sei del segno dei Gemelli questa sarà una settimana senza eguali, avrete le Stelle dalla vostra parte per ogni iniziativa che intraprenderete ( viaggi - lavoro - Amore - gioco , ecc ).
Sopratutto i nati in Giugno
Un Augurio personale a tutti

giovedì 2 maggio 2013

RECENSIONE DI LA MAGIA: IDOLATRIA ED ANTICULTO

LA MAGIA: IDOLATRIA ED ANTICULTO



IGNORANZA RELIGIOSA
L’ammonimento biblico contro le pratiche magiche è, oggi, più attuale che mai. Assistiamo, infatti, ad un impressionante ritorno delle pratiche magiche. Secondo i dati più recenti gli "utenti di magia" in Italia sarebbero quasi 12 milioni di persone.
"L’ignoranza religiosa è, senza dubbio, la causa principale delle deviazioni in questo campo" (Conferenza Episcopale Campana, "Io sono il Signore vostro Dio", Nota pastorale a proposito di superstizione, magia, satanismo, n.3). Esiste "una grave carenza d’evangelizzazione che non consente ai fedeli di assumere un atteggiamento critico nei confronti di proposte che rappresentano solo un surrogato del genuino senso religioso e una triste mistificazione dei contenuti autentici della fede" (Conferenza Episcopale Toscana, Nota pastorale, A proposito di magia e di demonologia, n.3). E’ evidente che se "scende" la vera fede, "sale" la superstizione! Dalle pratiche e dalle credenze magiche "la fede cristiana risulta adulterata, in quanto viene offuscata la Signoria dell’Unico Signore, che si è rivelato al suo popolo. Senza negare, formalmente, l’onnipotenza di Dio, la si svuota di fatto, ponendogli accanto creature e "poteri" che ne prendono il posto e si pongono in alternativa a Lui" (Conferenza Episcopale Campana, Nota pastorale, n.9). "La magia crede all’esistenza di forze occulte che influiscono sulla vita dell’uomo e sulle quali l’operatore (o il fruitore) di magia pensa di poter esercitare un controllo mediante pratiche rituali capaci di produrre automaticamente degli effetti; il ricorso alla divinità, quando c’è, è meramente funzionale, subordinato a queste forze e agli effetti voluti. La magia non ammette, infatti, alcun potere superiore a sé; essa ritiene di poter costringere gli stessi "spiriti" o "demoni evocati a manifestarsi e a compiere ciò che essa richiede. Essa non si riferisce a Dio, al Dio personale della fede alla sua provvidenza sul mondo, ma piuttosto a forze occulte impersonali /.../ Da queste forze ritiene di difendersi con il ricorso a gesti di scongiuro e ad amuleti, o presume di carpirne i benefici con formule di incantesimo, filtri o azioni collegate agli astri, al creato o alla vita umana.


MAGIA BIANCA E MAGIA NERA
"Tradizionalmente si è soliti distinguere tra magia "bianca" e magia "nera" /.../ la magia bianca intenderebbe forme d’intervento che presumono di mirare a scopi, sia pure benefici, come il ripristino di un rapporto d’amore, la guarigione da una malattia, la risoluzione di problemi economici e così via, ma lo fa con il ricorso all’uso di mezzi inadeguati come talismani e amuleti, portafortuna e filtri, credenze in combinazioni di carte, persone o eventi, oppure con il riferimento a pratiche mediche centrate su arti occulte o poteri "sovrumani" (cfr. C.E.C., Nota pastorale, nn.13-14). /.../ Ancora più grave è la magia "nera. Essa si richiama, in modo diretto o indiretto, a poteri diabolici o comunque presume di agire sotto un qualche loro influsso. Di norma la magia "nera" è indirizzata a scopi malefici (procurare malattie, disgrazie, morte) o ad influenzare il corso degli eventi a propria utilità, specialmente per conseguire vantaggi personali come onori, ricchezze o altro. Si chiama magia "nera" per i metodi a cui ricorre e per i fini che persegue" (C.E.T., Nota pastorale, n. 8). "La magia nera è praticata con l’intenzione di nuocere agli altri, invocare gli spiriti maligni per danneggiare i propri nemici, procurare disturbi psichici a rivali, creare forti negatività, malocchi e fatture, generare contrasti, impedimenti, liti, vendette, causare malattie e la morte" (C.E.C., Nota pastorale n.15).
Questa magia è una vera e propria espressione di anticulto, indirizzata a far diventare i suoi adepti "servi di Satana". Rientrano in essa tutti quei riti esoterici, a sfondo satanico, che hanno il loro apice nelle cosiddette messe nere (cfr. C.E.C., Nota pastorale, nn. 19-21).
Una simile forma di magia, di fatto, non si esprime senza un influsso del "padre della menzogna" (Gv 8,44), il quale - come insegna la Scrittura - tenta in tutti i modi di deviare l’uomo dalla verità e condurlo all’errore e al male (1 Pt 5,8), nonostante la sconfitta subita con la venuta del Figlio di Dio nel mondo (Lc 10,18) e il trionfo glorioso della sua risurrezione (Fil 2,9-11) (C.E.T., Nota pastorale, n.8). La magia, o è "bianca", o e "nera", oppure e "rossa", per i mezzi che usa o per i fini che si propone, è sempre un gravissimo insulto e una colpevole offesa all’assoluta Signoria dell’unico vero Dio.


L’INSEGNAMENTO COSTANTE DELLA CHIESA
La Chiesa ha sempre condannato in modo esplicito e incontrovertibile la magia e tutte le pratiche di magia. S. Tommaso d’Aquino, nella Summa Theologiae, cita S. Agostino che nel "De Doctrina Christiana", libro 2 Cap. 20, afferma che "è superstizioso /.../ tutto quello che è consultazione dei demoni, o patto simbolico accettato e concluso con essi" /.../ le fasciature magiche (ligature), ecc.". /.../ Le divinazioni e le pratiche di cui si parla appartengono alla superstizione in quanto dipendono da certi interventi dei demoni. Ed è così che si riallacciano a dei patti stabiliti con essi" (S. Th., II-II, q. 92, a.2). S. Tommaso annovera il maleficio tra i peccati mortali (S. Th., II-II, q. 76, a.3). Nel Decreto, XXVI, qu.5 (can. Sortes) si legge: "Le sorti con le quali nei vostri affari decidete ogni cosa, e che i padri hanno condannato, altro non sono che divinazioni e malefici. Perciò vogliamo che esse siano condannate e che non siano più nominate tra noi cristiani: e perché non siano praticate le proibiamo sotto pena di scomunica" (5. Th., II-II, q. 95, a. 8; q. 96, a. 2).


CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 2117, esprime in forma sintetica la costante condanna della Chiesa per tutte le pratiche magiche: "Tutte le pratiche di magia e di stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo - fosse anche per procurargli la salute - sono gravemente contrarie alla virtù di religione (cfr. C.C.C., n. 1807, n. 2095). Tali pratiche sono ancor più da condannare quando si accompagnano ad un’intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all’intervento dei demoni"(C.C.C., n. 2117).

Tutte le pratiche magiche ("bianche", "nere" o "rosse"), rientrando nel campo della superstizione sono gravi offese contro il primo comandamento (cfr. C.C.C., nn. 2111-2117).
I cristiani devono essere cauti nel giudicare la magia come un effetto diretto - sempre ed in ogni circostanza - del Demonio.
Dall’altra parte però non si può razionalisticamente ridurre la realtà delle pratiche magiche, specie quelle "nere", solo ad un fenomeno psichico deviante o ad un semplice atto peccaminoso dell’uomo. In tali pratiche non si può escludere un’azione o dipendenza da Satana, avversario giurato del Signore Gesù e della sua salvezza.
Il Diavolo - come c’insegna l’Apocalisse - sino alla fine dei tempi userà tutti i suoi poteri e la sua sagacia per ingannare i battezzati ed ostacolare la piena attuazione del progetto salvifico di Dio sul mondo. (Conferenza Episcopale Toscana, Nota pastorale "A proposito di magia e di demonologia", n.11).

"La magia nera rappresenta una colpa gravissima /.../ una deviazione dalla verità rivelata /.../ contraria alla fede e al culto esclusivo a Cristo Gesù, unico Redentore e Signore dell’uomo /.../ Essa è in contrapposizione alla vera professione del credente ed è pericolosa per la salvezza" (C.E.T., n. 12) (cfr. C.E.C., nn. 24-36).

BIBBIA E MAGIA

Nella Sacra Scrittura troviamo indicazioni chiare sia sull’esistenza della magia, sia sul tipo di pratiche magiche: la divinazione (Ez 31,26) la stregoneria (Mi 5,11) (Na 3,4) (Dt 18,10-12), l’arte magica (Sap 17,7), gli incantesimi (Dt 18,11) (SaI 58,6) (Ger 8,17) (Qo 10,11); l’uso dei nodi e dei legami (Ez 13,17-23). Sono segnalate le magie di Gezabele (2 Re 9,22), le pratiche superstiziose dei re Achaz (Re 16,3-4), di Manasse (2 Re 21,6) e le pratiche superstiziose che Giosia combatte (2 Re 23,24). Nella Sacra Scrittura la condanna della magia e di tutte le pratiche di magia è costante ed inequivocabile. E’ proibita la magia, la stregoneria [(Es 22,17) (Lv 19,26) (Di 18,10) (Sap 12,4) (Ez 13,18) (At 19,19) (cfr At 13,6-12 e At 16,16-24) (GaI 5,20) (Ap 9,21)] il ricorso a negromanti, indovini, operatori di incantesimi e fattucchieri, sotto pena di morte (Lev 19,26.31; 20,6; 20,27) (Dt 18,10-12) (Es 22,17) (Ap 21,8) (Ap 22,15) (Dt 18,10-12) (Is 3,1-3) (Ger 8,17) (Es 7,11) (Ml 3,5) (Na 3,4).

VARIE FORME DI MAGIA
- C’è la magia imitativa, secondo la quale il simile produce il simile: il versare dell’acqua per terra, porterà la pioggia; il trafiggere gli occhi di un pupazzo accecherà o farà morire la persona da esso rappresentata.

- C’è la magia contagiosa, in base a cui il "contiguo" agisce sul "contiguo" oppure una parte sul tutto, al punto che è sufficiente mettere in contatto due realtà, animate o inanimate, perché una forza benefica o malefica si trasmetta dall‘una all’altra: così il "toccare ferro" o il "gettare sale" terrà lontano da influssi negativi o da iettature in relazione a virtù speciali affidate a questi elementi.

- Esiste, infine, la magia incantatrice, la quale attribuisce un potere particolare a formule e azioni simboliche, ritenute capaci di produrre degli effetti evocati o da esse indicati" (C.E.T., Nota pastorale, n. 6).

TRATTO DA  
http://profezie3m.altervista.org/archivio/fede_cultura/FedeCultura_Magia.htm

ECCO I NUOVI TALISMANI E AMULETI PER PROTEGGERE LA CASA E LA PERSONA

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IL CORNETTO

Il corno portafortuna è, senza dubbio, il più diffuso amuleto italiano. Le sue origini sono antichissime e risalgono addirittura ai tempi del Neolitico (3500 A.C.), quando gli abitanti delle capanne usavano apporre fuori dall' uscio un corno come auspicio di fertilità.
Specialmente in quei tempi la fertilità veniva associata alla fortuna in quanto, più un popolo era fertile, più era potente e quindi fortunato.
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FERRO DI CAVALLO PER LA PROTEZIONE DELLA  CASA
IL FERRO DI CAVALLO

Il ferro è un materiale al quale sono associate buone proprietà contro i malanni e il malocchio.
Già gli antichi Romani inchiodavano alle pareti di casa ferri di cavallo come difesa dalla peste.
Persino i Cristiani credevano in questo amuleto in quanto la sua forma ricordava la lettera "C" di Cristo.
In tutto il mondo il ferro di cavallo viene utilizzato come scaccia malocchio, stando sempre ben attenti ad appenderlo con le punte rivolte verso l'alto. La spiegazione di questo sta nel fatto che se venisse appeso con le punte verso il basso la fortuna potrebbe scappare fuori.

RECENSIONE SU SUPERSTIZIONE : AMULETI E TALISMANI

La superstizione: Amuleti e talismani.
Amuleti e talismani nella tradizione e credenza popolare.

I rimedi e le credenze popolari contro il malocchio e la sfortuna.

Gli amuleti vanno inclusi tra i mezzi popolari di cura.
Dagli anelli degli antichi indiani e dagli occhi d'oro degli Egiziani fino alle cosiddette “pietre del fulmine”, che non sono altro che cuspidi di frecce del periodo neolitico affiorate durante i lavori dei campi e ritenute parti materiali del fulmine.
Più popolari e a portata di mano sono i cornetti di corallo o il “gobbetto” che fa le corna mentre stringe un ferro di cavallo.
Gli amuleti hanno una funzione protettiva, mentre i talismani posseggono una forza attiva contro il male.
In una medaglia talismanica scoperta in Asia minore, è effigiato Salomone a cavallo che con una lancia uccide una “diavolessa”: l'immagine è straordinariamente simile a quella di S. Giorgio che uccide il drago. Il “nodo di Saio-mone”, che i nostri marinai, per scongiurare la tempesta, disegnavano sull'albero della barca, rappresentato da due triangoli capovolti chiusi da un cerchio, si trova già in un antico amuleto ebraico.
Questi amuleti e talismani ci richiamano al malocchio, o iettatura, che anticamente veniva chiamato “fascino”.
Sembra che la determinazione psicologica di questa manifestazione sia quella di trovarsi di fronte a persone che hanno qualche tratto diverso da quelli che generalmente caratterizzano la collettività, ad esempio: i poteri benefici di un gobbo e quelli malefici di una gobba o di altri individui con qualche difetto fisico, e il proverbio: “Cristo disse: guardati dai segnati miei”.
Il malocchio e la iettatura indicano che l’azione malefica è voluta da quelle persone a cui viene attribuito tale potere; ma ci può essere anche un malocchio involontario, quindi: persone che portano disgrazia senza che esse stesse ne abbiano coscienza.
Nella Napoli aristocratica del Settecento, la iettatura costituì un tema di moda, trattato da scienziati illuministi che, per giustificare la loro credenza nel malocchio, lo spiegavano come una forza posseduta da certi individui, dei quali indicavano anche i tratti fisici distintivi.
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cornetto porta fortuna

RECENSIONE DI (Anekh-Sheshong)

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ANTICO EGITTO

Servi il tuo dio, che egli possa proteggerti.
Servi i tuoi fratelli, che tu possa avere buona reputazione.
Servi un uomo saggio, che egli possa servire te.
Servi colui che ti serve.
Servi ogni uomo, che tu possa averne profitto.
Servi tuo padre e tua madre, che tu possa procedere e prosperare.
Esamina ogni cosa, che tu possa comprenderla. Sii gentile e paziente, e il tuo cuore sarà bello.

(Anekh-Sheshong)