CREDERE NELLA MAGIA


"Chi non crede nella Magia é destinato a non incontrarla mai." Roald Dahl

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giovedì 18 aprile 2013

LIBRI DELL'OCCULTO

I LIBRI MAGICI

Il "Levegeton"
È detto anche "Piccola Chiave di Salomone", e non va quindi confuso con la " Chiave di Salomone", attribuito al Re d'Israele, ma compilato intorno al XVI sec.
Dagli studiosi della materia il "Levegeton" è considerato un Grimorio da utilizzare per l’evocazione di demoni.


Il "Grande Grimorio"
Il "Grand Grimoire" è considerato il Libro più autorevole per stringere i Patti con il Diavolo e per le evocazioni diaboliche.
La data della sua redazione è ancora incerta non essendo stati trovati manoscritti antecedenti la prima stampa che avvenne in Francia agli inizi del 1800.
Se consideriamo i grimori nella loro sequenza temporale dobbiamo dire che si ritiene il Grande Grimorio si ritiene posteriore al "Grimorium Verum" visto che ne riprende le Gerarchie Infernali.
Ma lo studioso può rilevare anche molti riferimenti al Levegeton e riguardo a questo libro e tutti concordano che esso fosse già conosciuto nel 1500.


Il "Grimorium Verum"
Il testo del "Grimorium Verum" venne tradotto dall'ebraico da Plangière, un Domenicano dell'Ordine dei Gesuiti, che vi aggiunse alcuni segreti della Clavicola di Salomone.
Il testo è diviso in tre parti:

- Nella prima parte sono contenuti Caratteri e Sigilli utilizzati per l'evocazione ed il patteggiamento con gli Spiriti (2); In sostanza si tratta della Natura dei patti, delle gerarchi di Spiriti, dell’Aspetto degli Spiriti e dell’Invocazioni.

- Nella seconda parte si espongono alcuni "Segreti Naturali e Soprannaturali" che si possono operare soltanto previa l'evocazione e l'aiuto di Demoni, facendo particolare attenzione agli inganni contenuti nei patti diabolici.

- La terza parte è dedicata alle chiavi dell'Opera ed al modo di usarle e illustra la fase preparatoria per l’applicazione del Rituale.


Lo "Aptocalter" o "Grimorio di potenza"
L’"Aptocalter" è chiamato anche "Libro di Potenza". Si tratta di un manoscritto in inglese datato intorno al 1800, scoperto dall'occultista Sayed Idries Shah.
È stato pubblicato per la prima volta nel 1957 con il titolo con il quale è meglio conosciuto: "Aptolcater". Nella prefazione si afferma che il contenuto del testo sarebbe costituito da segreti cabalistici attribuiti, appunto, ad Aptocalter sedicente mago di Adrianopoli, che lo avrebbe redatto nel 1724.
È presentato come una traduzione dal greco, ma il testo è di origine medio-orientale, forse iranica o mesopotamica (zona nella quale si sviluppò il pensiero magico babilonese e semita attribuito ai Magi).
Il testo fa largo uso di Quadrati Magici che vengono utilizzati per le più svariate adoperati operazioni: per la sconfitta di nemici, per le vendette personali di farsi vendetta e per la protezione dagli spiriti maligni.


L"Almadel"
L'Almadel è in realtà l'ultima parte del Levegeton e si occupa di Magia Rituale.
In base ad essa uno Spirito Angelico, che domina un punto cardinale, può essere evocato e messo a disposizione dell'operatore.
L'Almadel è comunemente accostato alle tecniche di Magia Bianca: esso non comporta l'evocazione di Demoni e, peraltro, fin dall'inizio che le esperienze contenute nel Libro non possono essere utilizzate a fini illeciti; l'originale di questo rituale è ebraica.
Il testo ebbe grande diffusione nel Medio Evo e, stranamente, non subì in alcun modo influenze da parte della Chiesa, probabilmente per questo suo preteso buonismo.
In sostanza ed in sintesi, il testo vuole fornire assistenza all'operatore nella preparazione di una cerimonia ben precisa a base di cere e tinture coloranti, fabbricando con queste un particolare Talismano (appunto l’Almadel).


La "Clavicola di Salomone" o "Chiave di Salomone"
Siamo in questo caso in presenza del più celebre ed temuto manoscritto di Magia Rituale conosciuto in Europa attraverso i manoscritti conservati presso le grandi biblioteche di Parigi e di Londra.
Nel 1559 entrò nei Libri proibititi dall'inquisizione e gli scrittori clericali lo definirono "il Libro del Diavolo".
Fin dall’antichità se ne conobbero diverse edizioni e non se ne conosce l’autore nel senso che è stato, di volta in volta, attribuito a diversi soggetti.
Gli occultisti affermano che il contenuto "diabolico" dell'opera sia una caratteristica acquisita di recente attraverso le successiva riedizioni.
L'opera è divisa in due parti; nella prima si spiega come evitare errori fatali durante le operazioni con gli Spiriti. Questa parte ci fornisce notizie interessanti quanto accurate sui tempi e le influenze dei Riti Magici, sui segni e sui pianeti, tutte informazioni che dovrebbero garantire un certo grado di protezione all'operatore.
Nella seconda si parla dell'applicazione materiale delle Arti Magiche. Questa parte contiene dettagliate istruzioni per la preparazione del Rituale, con l’avvertenza che nessuna operazione deve essere iniziata senza prima aver tracciato e un Circolo Magico e senza che persone ed oggetti siano stati consacrati alla magia rituale.


Il "Magus"
Opera meglio conosciuta anche come "Il Celeste Investigatore" o come il "Sistema Completo di Filosofia Occulta".
Nonostante l’apparenza di enciclopedia delle Scienze Occulte, il grosso volume, illustrato, pubblicato a Londra nel 1801 è puramente e semplicemente un Grimorio.
L’autore, Francis Barrett, fu uno dei primi Britannici di discipline occulte perseguito con lo scopo di raccogliere e riunire tutto ciò sull’argomento era stato scritto in precedenza.
Il libro consta di due parti la prima delle quali affronta gli argomenti della Magia Naturale, dell'Alchimia e della Magia Talismanica; la seconda parte tratta di Magnetismo, di Magia Cabalistica, di Magia Cerimoniale, di Teurgia e di evocazione di Spiriti Angelici.
Ma l'autore non si limita a spiegare i Rituali e i vari passaggi di ogni disciplina: ne rivela le conseguenze e spiega sostanzialmente cosa accade dopo l'apparizione di uno Spirito o durante la conversazione con una Entità.
Si tratta in altre parole di argomenti assenti nei testi più antichi.


L'"Enchiridion"
Comunemente il testo dell'"Enchiridion" viene attribuito a Papa Leone III (papa dal 795 all'816) che, secondo tradizione, l'avrebbe inviato a Carlo Magno come dono.
Tuttavia la prima edizione (a stampa) dell'Enchiridion risale al 1523 e mostra una raccolta di formule magiche sotto forma di preghiere che hanno lo scopo di dominare le cose non create e quelle cose spirituali, Il testo comprende una serie rilevante di pentacoli di derivazione cabalistica, di consacrazioni e di esorcismi.
Scopo finale del libro è quello di consentire (solo se si è sorretti dalla fede) l’uso di parte del potere divino onde prevalere sul regno delle Tenebre ed ausilio nelle difficoltà della vita.
L'attribuzione di un Grimorio proprio ad un Papa della Chiesa Cattolica, non ci deve stupire: oggi non ci meravigliamo della perdita di misticismo del Cristianesimo; allo stesso modo un tempo non ci si meravigliava delle origini pagane di molte credenze custodite nella Chiesa.


L'"Armadel"
Si tratta di un Grimorio (3) con un lungo titolo che suona "Liber Armadel seu totius Cabalae prfectissima, brevissima et infallibilis scientia tam speculativa quam pratiqua".
La prima notizia circa l'"Armadel" è del 1625 ed è contenuta in una bibliografia di opere di occultismo di Gabriel Naudè.
Il Manoscritto originale è franco-latino (4) ma la prima traduzione dall'originale, avviene soltanto durante il 1800 ad opera di Samuel Liddell Mac Gregor Mathers (5). Quella traduzione non venne mai pubblicata durante la vita dell'autore.
Nel 1980 ci fu la prima pubblicazione in Gran Bretagna e poco dopo un seconda pubblicazione ebbe luogo negli U.S.A.
La parte più importante del Grimorio si basa sull'evocazione di Spiriti ed ha lo scopo evidente di eccitare le naturali attitudini del mago. Inutile dire che molte parti del testo sono tratte dal "Grimorium Verum" ma non riguardano scambi o patti. Per converso vi compaiono i quattro Angeli tradizionali riferiti ai quattro punti cardinali ed ai quattro Elementi; vi sono entità identificate con i nomi alfabetici ebraici individuati dai numeri da 1 a 9, e vi compare, unico degli Spiriti Planetari, Bartzabel.


Il "Libro di Onorio"
Il "Libro di Onorio", è conosciuto come "Grimorium Honorii Magni", e risale alla seconda metà del 1500. Fu pubblicato per la prima volta in latino a Roma nel 1629. Ne esiste una traduzione in francese stampata, sempre a Roma, nel 1670.
Nel mondo degli occultisti non gode di una buona fama: è considerato, alla pari del Grande Grimorio, un testo sinistro e diabolico, vuoi per i sacrifici di sangue necessari per attivare i rituali, vuoi per l’ispirazione a concetti prettamente cristiani all'epoca ritenuti particolarmente blasfemi.
Storicamente il Libro sarebbe la trasposizione di una Bolla Papale di Onorio III il Grande (successore di Innocenzo III che regnò tra il 1216 ed il 1227) che sarebbe stata emanata perché tutti i cristiani fossero in grado di evocare e dominare i Demoni.
C’è comunque da osservare che nel testo non si fa mai riferimento al Diavolo come inteso nel Cristianesimo ma a personificazioni di forze magiche dotate di una carica dalla polarità opposta - come bene e male - alla pari di tutte le altre componenti dell’universo. A ben riflettere su questo punto ci rendiamo conto che il concetto di Diavolo è una trasposizione semplicistica di un qualcosa che la Bibbia non definisce come non la definisce l'Alta Magia Tradizionale.


Il "Corvo Nero"
Nella tradizione corrente il "Corvo Nero", detto anche "Triplice Coercizione dell'Inferno", è attribuito a Johannes Faust, ed è considerato un Grimorio diabolico perché il suo unico è quello di evocare e soggiogare gli Spiriti.
Molti erroneamente ritengono che il Dottor Johannes Faust sia unicamente un personaggio dalla fantasia. In realtà egli è esistito effettivamente. Fu un famoso occultista tedesco vissuto tra il 1480 ed il 1550. Egli fu assillato dall’ansia di sapere.
Quanto alla effettiva imputazione relative al "Corvo Nero" non esiste alcuna prova atta a dimostrarlo. Con molta probabilità gliene viene riconosciuta la paternità sulla base del contenuto del Grimorio che si occupa quasi esclusivamente dell’evocazione a scopo di potere personale. Quanto alle categorie di Spiriti trattati essi appartengono a quella specie che Enrico Cornelio Agrippa definisce la categoria dei Disincarnati, oggi detti Spiriti Maligni.
L’esame del testo ne rivela i rimaneggiamenti; peraltro vi si riscontrano frequenti stonature e riferimenti ad un certo "timor di Dio" che male si accosta ai fini del presunto autore del Grimorio e del Grimorio stesso.


Il "Grande Pentacolo di Salomone"
Il Grande Pentacolo di Salomone era contenuto nella Clavicola di Salomone; aveva lo scopo di costringere gli spiriti refrattari ed ostinati che non accettavano di apparire una volta evocati. Mostrando questo Pentacolo essi sono costretti ad obbedire ed a comparire.
Per il suo carattere evocatorio e diabolico, la Clavicula venne proibita nel 1559 dall'Inquisizione come opera pericolosa. Nonostante questo, però, la prima copia stampata fece la sua apparizione a Roma nel 1629.


La "Teosophia Pneumatica"
La Teosophia Pneumatica fu pubblicata a Francoforte nel 1686, e nello stesso volume c’era anche la traduzione in tedesco dell'Arbatel.
Il libro per o più si basa sugli insegnamenti di Paracelso e tratta della medicina trascendentale incentrata sulla Triplice Natura dell'uomo (corpo, anima e spirito) (6).
Non sappiamo chi fosse l’autore; ma la dottrina esposta fu in quel periodo l'unico tentativo di avvicinamento tra la dottrina magica e la scienza ufficiale.


Il "Liber Logaeth"
è conosciuto anche come Liber Mysteriorum Sextus et Sanctus, ed è attualmente esposto in una sala del British Museum. Secondo la tradizione si tratterebbe del libro che il mago inglese Edward Kelly ebbe in visione il 26 Marzo 1852: un libro scritto con un alfabeto sconosciuto composto da 21 caratteri (come l’alfabeto ebraico).
Kelly riteneva che si trattasse del Libro perduto di Enoch al quale sarebbe stato venne dettato parola per parola. Di fatto il manoscritto presenta non poche difficoltà di interpretazione e l’unica traduzione di massima sulla quale oggi si fa riferimento è quella redatta da John Dee, il quale definì quel misterioso alfabeto come "Enochiano".
Diversi studiosi, nel corso dei secoli, si sono avvicendati nello studio di questo misterioso libro: tutti concordano sul fatto che esso dovrebbe possedere una precisa struttura sintattica e grammaticale. Ma nessuno è riuscito ad andare oltre l’identificazione di alcuni meccanismi linguistici.
Inventare una lingua strutturata partendo da zero è impresa quasi impossibile. Questo sembrerebbe confermare l’ipotesi dell’autenticità del Liber Logaeth e che questo sia stato composto mediante l’impiego di un alfabeto a noi completamente sconosciuto.
Quasi tutti gli operatori dell’occulto ritengono che l’Enochiano sia una lingua che non ci appartiene e che sia venuta da una dimensione diversa dalla nostra.
Per questi motivi si tratterebbe di un Grimorio molto potente, ammessa la capacità di poterne fare un uso appropriato; ne sarebbero stati capaci sia la Golden Dawn che Aleister Crowley i quali sarebbero riusciti a dare ad ogni singola parola la giusta valenza magica.


Il "Libro di Enoch"
Il mistero che caratterizza il Liber Logaeth non è certamente meno fitto di quello che circonda il "Libro di Enoch".
Questo sarebbe il padre di Matusalemme, settimo dei dieci biblici Patriarchi.
In questo caso, tuttavia il mistero non risiede nel sistema di scrittura perché è facilmente consultabile, sia pure con gli inevitabili tagli operati dalla Chiesa.
Fino al IV sec. d.C. il Libro di Enoch era considerato dai Cristiani alla stregua di tutti gli altri testi biblici, tanto che anche i quattro evangelisti ne parafrasano alcuni passaggi. A partire dal IV Secolo d.C. i Cristiani consideravano Libro di Enoch tra i testi biblici i canonici. Ma nel IV secolo la Chiesa inizia a mettere "ordine" ed il Libro di Enoch finisce tra i testi apocrifi ed è guardato con sospetto da S. Agostino; inizia così pian piano a sparire dalla circolazione, fino a quando non si forma un vero e proprio alone di mistero intorno ad esso.
Durante il XVIII secolo l’esploratore inglese James Bruce, scopre in Africa tre copie del libro tradotte in abissino; improvvisamente da quel momento si ricomincia a parlare di Enoch e del suo libro, ma soprattutto del suo contenuto: visitatori chiamati a volte Angeli o Figli del Cielo, si accoppiano con le donne della terra dando origine all’umanità; descrizioni precise e minuziose di fiumi, valli e montagne che Enoch vide durante i suoi "viaggi" che rappresentano quello che noi vedremmo oggi se sorvolassimo la terra molti chilometri sopra la sua superficie.


L'"Alfabeto delle streghe"
È una sorta di Alfabeto segreto utilizzato per comunicare tra occultisti.





Naturalmente l’elenco dei testi trattato non esaurisce la casistica dei "Libri Magici". Ricordiamo tra l’altro che la tradizione di Libri del mistero coinvolge anche altre civiltà. Come quella Cinese, Maia, Indiana.
A titolo puramente indicativo ricorderò il "Libro di Abramo l’Ebreo" (trovato da Flamel), il Libro egiziano di Thoth , il Codice Troano (dei Maya), il Necronomicon, la Steganografia di Tritemio senza che neppure questo elenco possa essere considerato esaustivo.





TRATTO DA :
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=3699

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